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Ti sarà capitato di ricevere consigli da parte di famigliari, amici o colleghi su come svolgere la tua routine di allenamento.
O forse ti sarà capitato di ricevere anche solo qualche dritta sull’esercizio fisico come se fosse un segreto di stato in grado di trasformarti in un supereroe, con i superpoteri inclusi.
Allo stesso modo su internet puoi trovare tante storie riguardo:

  • gli effetti di un allenamento troppo (o poco) intenso
  • i rischi per la salute delle articolazioni e del corpo
  • i dubbi sui migliori (e peggiori) tipi di esercizio
  • e tanto altro ancora…

La verità è che molti di questi consigli sono sbagliati e di conseguenza possono portarci fuori strada, farci perdere tempo (e denaro) e nel peggiore dei casi possono arrivare ad essere potenzialmente pericolosi per la nostra salute.

È arrivato il momento di iniziare a dare la caccia a questi “fantasmi” dell’allenamento e andiamo a sfatare alcuni di questi luoghi comuni, partendo da quelli più diffusi.

? 1. Se fai attività aerobica bruci più grassi

Il fatto che l’esercizio a bassa intensità (tipo camminare) utilizzi prevalentemente i grassi come carburante, mentre l’esercizio ad alta intensità utilizzi principalmente carboidrati è un fatto fisiologico vero. Il problema è che questa considerazione ha portato erroneamente a interpretare che il modo migliore per dimagrire sia quello di fare delle lunghe camminate (o attività aerobica in genere).

Niente di più sbagliato: al contrario non va dimenticato che l’esercizio ad alta intensità (come ad esempio gli esercizi muscolari con sovraccarichi) sono gli unici in grado di agire in modo significativo sul nostro sistema muscolare che è il vero attivatore metabolico. In questo modo gli effetti saranno prolungati anche per diverse ore successive al momento dell’allenamento.

Per approfondire: Il vantaggio sleale dell’esercizio muscolare rispetto all’esercizio aerobico

? 2. Fare 10.000 passi al giorno equivale a fare allenamento

Si lo so, le linee guida per la prevenzione delle malattie cardio-vascolari prescrivono di compiere 10.000 passi al giorno.
Si tende, però, a dimenticarsi che queste sono indicazioni generiche per soggetti completamente sedentari (uomini da divano), mentre non hanno nulla a che vedere con un percorso di allenamento vero e proprio orientato ad un beneficio fisico estetico e funzionale.
Per una persona completamente sedentaria non c’è nulla di male ad iniziare a muoversi con una semplice camminata. Ma dopo pochi giorni il camminare risulterà il più inutile dei movimenti possibili, per il semplice fatto che è il gesto motorio più banale e meno stimolante che possiamo offrire al nostro corpo.
D’altronde parte cosa c’è di più naturale che camminare?
Non dimentichiamo il principio di adattamento, probabilmente l’aspetto più importante per ottenere un cambiamento/miglioramento del nostro corpo.

Per approfondire: Il principio di adattamento: senza di questo non raggiungerai mai nessun risultato!

? 3. Gli addominali sono la soluzione migliore per appiattire la pancia

Non c’è nessun dubbio sul fatto che allenare gli addominali con esercizi dedicati sia il modo migliore per agire in modo diretto sul rinforzo/tonificazione di questa zona del nostro corpo. È altrettanto vero il fatto che quando si allena in modo intenso un distretto corporeo, l’aumento della vascolarizzazione localizzata sia di aiuto per favorire il cosiddetto dimagrimento localizzato. Questo però non va confuso con il fatto che la pancia è una zona del corpo (soprattutto per i maschi) che mette in risalto eventuali situazioni problematiche sistemiche (cioè che riguardano il funzionamento corretto di tutto il nostro corpo) che possono essere di tipo infiammatorio o possono evidenziare disfunzioni ormonali ma anche altro ancora.

Questo solo per dire e sottolineare di come ci sia bisogno, soprattutto in questi casi, di un intervento generalizzato di stimolo del nostro corpo, con particolare attenzione alla tipologia di esercizio che determina un coinvolgimento di una maggiore quantità di massa muscolare. Gli squat, ad esempio, hanno un impatto sistemico di gran lunga maggiore rispetto ad un esercizio di curl per i bicipiti o agli stessi esercizi per gli addominali.

? 4. Più ti alleni e meglio è

Questo luogo comune è tra i più sbagliati e soprattutto pericolosi. È proprio questa credenza la causa principale di tutti gli infortuni o comunque di tutte le problematiche psico-fisiche indotte dall’allenamento. Da un punto di vista tecnico questo problema si identifica nella mancanza di una programmazione dell’allenamento, ovvero allenarsi per il gusto di farlo, ma senza seguire un progetto e/o un filo logico.
È un po’ come se decidessimo di salire in auto e partire per raggiungere una meta senza avere la minima idea di dove quest’ultima si trovi.

  • Da che parte andiamo?
  • L’auto che abbiamo è idonea per il viaggio?
  • Il carburante che abbiamo a disposizione è sufficiente?

Queste (e tante altre) sono le stesse domande che ci si dovrebbe porre prima di iniziare un percorso di allenamento che ci porti a stare meglio ed a raggiungere i risultati e le soddisfazioni che desideriamo.
Entrando ancora più nel dettaglio, è importante conoscere il proprio punto di partenza (qualunque esso sia), per poi stabilire un percorso che ci porti nella direzione desiderata e scongiurando le insidie e le problematiche tipiche dell’esercizio eccessivo e/o sbagliato.
Ma non basta! È inoltre importante stabilire una alternanza di fasi di carico (a maggiore impatto sul nostro corpo) e fasi di scarico (più leggere e che favoriscono un ottimale recupero psico-fisico). Per fare ciò è necessario sia conoscere le regole della nostra fisiologia, sia dedicare la giusta attenzione nella gestione della singola persona, con tutte le sue caratteristiche che non saranno mai uguali a nessun altro.

La mancanza di attenzione a questi dettagli può aumentare esponenzialmente il rischio di infortuni e comunque porterà ad un calo di prestazione fino al raggiungimento di un livello di esaurimento psico-fisico noto come ovretraining.
Per approfondire: Quanti allenamenti a settimana è meglio fare?

? 5. L’allenamento con i pesi non serve se vuoi perdere peso

Se il luogo comune numero 4 è uno dei più pericolosi per il nostro benessere psico-fisico, il numero 5 è per certo una delle cause principali di assenza di risultati (e quindi calo di motivazione) che deriva dall’allenamento.

Non si capisce esattamente da dove derivi questo luogo comune (estremamente diffuso) dato che non esistono evidenze scientifiche che lo possano in qualche modo giustificare. Al contrario, l’esercizio contro-resistenza, ha una maggiore capacità di stimolare i processi metabolici del nostro corpo i quali possono durare per diverse ore successive all’allenamento, amplificando di fatto i risultati.
L’esercizio contro-resistenza non è necessariamente quello con i pesi, anche se questa variante è in effetti quella più comoda e sicura dato che permette la massima personalizzazione. Anche l’esercizio a corpo libero può essere contro-resistenza dove in questo caso la resistenza è offerta dal peso del proprio corpo o da una parte di esso. Resta il fatto che l’utilizzo dei pesi (e anche delle macchine da palestra) rimane un grande aiuto per programmare un intervento mirato e adeguato alle esigenze specifiche di ogni singola persona.

Tra le motivazioni principali che smentiscono clamorosamente questo luogo comune troviamo sicuramente il fatto che l’esercizio fisico che determina un maggiore coinvolgimento muscolare determina quei “doloretti” che si manifestano nelle 24-72 ore successive all’esercizio muscolare e che invece sono quasi assenti quando viene fatta esclusivamente attività aerobica.
Questi “doloretti” sono chiamati tecnicamente DOMS (Delayed Onset Muscle Soreness) e sono il risultato di micro-lacerazioni del tessuto muscolare dovuti a uno stimolo intenso portato ad un muscolo.
Quando si verificano tendenzialmente è un buon segno, significa che l’allenamento ha colpito dove doveva colpire, ma soprattutto sta a significare che il corpo si sta riorganizzando per recuperare dallo stimolo ricevuto e questo, tradotto, significa che l’interruttore del metabolismo resterà acceso anche nelle ore successive all’esercizio fisico stesso.

Non solo, ma come se non bastasse diversi studi hanno dimostrato che si tratta di un processo che attinge energia prevalentemente dai grassi, inducendo così un effetto di dimagrimento localizzato.
Per approfondire: Come accendere l’interruttore del metabolismo

Questi punti elencati in maniera dettagliata sono solamente i primi 5 fantasmi dell’allenamento, che si avvertono ma in realtà non esistono. Ce ne sono tanti altri e li acchiapperemo tutti, uno alla volta.

Buon allenamento!

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