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Stiamo vivendo in un periodo storico dove la terapia farmacologica sta prendendo il sopravvento su tutto. Intendo dire che contro ogni logica (oltre che contro ogni conoscenza di base) si tende a cercare una soluzione ad eventuali problematiche e/o disfunzioni del nostro organismo attraverso un aiutino dall’esterno: la famosa pillola magica.
Questa pillola purtroppo non esiste nella realtà ma è giusto approfondire questo delicato argomento anche attraverso l’evidenza che deriva dalla ricerca scientifica.

Ci sono alcuni fattori del nostro stile di vita (anche se troppo spesso ce ne dimentichiamo) che determinano in modo netto ed inequivocabile lo stato di benessere e il corretto funzionamento della fisiologia di base del nostro corpo:

  • attività fisica
  • alimentazione
  • sonno/riposo

Probabilmente siamo tutti d’accordo su questo, vero? Bene.

Per quale strano motivo molte persone cercano rimedio con la pillola magica?

Perché siamo portati a pensare che la soluzione sia al di fuori di noi? Ciascuno può trovare la risposta che preferisce. Qui ci limitiamo ad approfondire l’evidenza e parliamo quindi di ciò che funziona senza timore di essere smentiti.
Uno stile di vita attivo (esercizio fisico), una corretta alimentazione e una corretta gestione dello stress (strettamente collegato con la qualità del sonno), sono i fattori sui quali abbiamo controllo perché sono di nostra responsabilità. Le difficoltà tipiche della quotidianità possono mettere in crisi la nostra capacità di gestione di questi fattori e in questo caso è necessario dotarsi di un sistema di organizzazione e monitoraggio in grado di guidarci in tal senso.

I percorsi di Allenamento Sequenziale sono organizzati per monitorare, correggere ed educare ad un miglioramento generale di tutti questi fattori, al fine di ottimizzare non solo l’efficacia stessa degli allenamenti ma più in generale la qualità della vita delle persone.

Risulta evidente come la medicina, quando necessario, ha il suo ruolo di rilevata importanza, risultando determinante in alcuni casi. Tuttavia, nella stragrande maggioranza, l’errore che viene commesso è prima di tutto nell’ordine che viene dato agli interventi.
Mi spiego meglio.
Il primo intervento che dovrebbe essere fatto riguarda il miglioramento di tutti i fattori che influenzano lo stile di vita (attività fisica, alimentazione, sonno/riposo). Già così le cose non possono che migliorare a prescindere da ogni altra considerazione.
Il supporto farmacologico (o di altro tipo) dovrebbe entrare in gioco solo successivamente e quando necessario. Esso può sicuramente contribuire a risolvere situazioni già compromesse o comunque più complesse.

A parziale supporto di quanto affermato vi riporto di seguito uno studio scientifico interessante. Il titolo dello studio riprende interamente quello di questo articolo:

“Limitare i costi sanitari attraverso un programma di attività fisica assistita”

Questo è il risultato di uno studio tutto italiano che ha valutato l’impatto che l’esercizio fisico ha sulla spesa sanitaria per i farmaci. All’interno del Centro Esercizio Vita di Ferrara sono stati presi 150 pazienti randomizzati e sono stati divisi in due gruppi. Il primo ha seguito la solita terapia farmacologica standard mentre al secondo gruppo è stato aggiunto dell’esercizio fisico costante. Dopo 9 mesi i risultati e quindi le conclusioni dello studio sono stati i seguenti:

“…il nostro studio mostra che l’attività fisica assistita praticata sulla base di un programma di esercizi, per un periodo di nove mesi, ha conseguenze complessivamente positive in termini di riduzione della spesa sanitaria e qualità della vita.”

Lo studio ha evidenziato un miglioramento dello stato di forma fisico e una riduzione della spesa per l’acquisto dei farmaci del 6,8%. Esiste dunque una correlazione diretta tra l’esecuzione di un programma di esercizio fisico assistito in pazienti affetti di malattie croniche e la riduzione della spesa sanitaria. Più in generale, l’intenzione di questo articolo di approfondimento è quella di portare l’attenzione su quei fattori che, se gestiti nel modo corretto, sono alla base del nostro stato di benessere e del nostro stato di forma.
Per approfondire: Moderating healthcare costs through an assisted physical activity programme

L’esercizio fisico come un farmaco, anzi molto meglio!

L’esercizio fisico garantisce senza ombra di dubbio un effetto positivo sul nostro corpo (come può fare anche un farmaco in taluni casi), ma con il vantaggio non indifferente di essere sostanzialmente privo di effetti collaterali (e qui invece nascono spesso i problemi dei farmaci).
Per approfondire: Ecco cosa succede al tuo corpo nei primi 6 mesi di allenamento (Sequenziale)

Di seguito un piccolo riepilogo di alcuni tra i principali di questi benefici, che sono stati ampiamente dimostrati dalla scienza:

  • È stato dimostrato che l’attività fisica regolare riduce il rischio di malattie, allungando di fatto la vita.
  • È stato dimostrato che l’attività fisica migliora la tolleranza al glucosio e riduce il rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2.
  • Previene l’ipercolesterolemia e l’ipertensione e riduce i livelli della pressione arteriosa e del colesterolo. Di conseguenza diminuisce anche il rischio di sviluppare diverse malattie cardiache, il rischio di morte prematura, in particolare quella causata da infarto e altre malattie cardiache.
  • Previene e riduce l’osteoporosi e il rischio di fratture, ma anche i disturbi muscolo-scheletrici (per esempio il mal di schiena), aumenta la massa ossea sia in soggetti con densità ossea normale, sia osteopenici, diminuisce l’uso di analgesici e migliora l’abilità funzionale nelle attività della vita quotidiana.
  • Riduce i sintomi di ansia, stress e depressione, facilita la gestione dell’ansia e delle situazioni stressanti.
  • Previene i comportamenti a rischio come l’uso di tabacco, alcol, diete non sane e atteggiamenti violenti e favorisce il benessere psicologico attraverso lo sviluppo dell’autostima.
  • Aumenta la resilienza allo stress, riduce l’ansia e il rischio di demenza, combattere la depressione e il cattivo umore.
  • Protegge dall’Alzheimer e consolida la memoria a lungo termine.

È evidente che molti di questi punti indicati nell’elenco sono direttamente collegati alla riduzione dell’utilizzo di farmaci e quindi alla limitazione in generale dei costi sanitari.

Come per tutti i farmaci, anche l’esercizio fisico ha bisogno di un dosaggio ben preciso. Troppo poco può essere inefficace, troppo (e/o fatto male) può essere dannoso. Ecco che, ad esempio, fare attività fisica quando si è già molto stanchi può causare un peggioramento della qualità del sonno e una alterazione dei centri nervosi della “fame-sazietà”, andando di conseguenza ad influire negativamente sul proprio stile alimentare.
Ancora una volta si chiude il cerchio: la corretta gestione dell’allenamento, dell’alimentazione e del sonno/riposo devono essere la nostra priorità per una migliore qualità della vita e per ottenere maggiori risultati anche da un punto di vista funzionale ed estetico. Ecco quindi che, come dice il titolo di questo articolo, un “programma di attività fisica assistita” (e non casuale e/o privo di monitoraggio) può esserci di aiuto per esprime al massimo il nostro potenziale.

Buon allenamento!

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