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Il periodo di pandemia ha portato alla luce, tra le altre, una problematica correlata alla pratica di esercizio fisico: risolvere il problema dello spazio.
Con spazio intendiamo la classica obiezione legata al fatto che in assenza di palestra, risulta difficile svolgere un programma di allenamento adeguato.
Ma come vedremo riguarda anche, se pur indirettamente, tutte quelle persone che usufruiscono di una palestra, ma che non sono dotate di una programmazione del percorso di allenamento in grado di rendere sicuro, efficace e motivante la propria attività, il che equivale ad un utilizzo non efficace dello spazio.
Questo in realtà è sempre stato un problema di tante persone (anche in tempi pre-Covid) che svolgono la loro giornata tra impegni di lavoro e/o di famiglia spostandosi spesso in luoghi diversi e quindi senza la possibilità di programmare una frequentazione regolare e precisa di una palestra (o almeno non sempre nella stessa).
Il problema dello spazio non ha fatto altro che mettere a nudo, ancora una volta, come solo una attenta e seria programmazione dell’allenamento sia in grado di superare queste apparenti difficoltà permettendo a chiunque di proseguire con regolarità e in modo efficace il proprio percorso di esercizio fisico. E per questo stesso motivo ha messo in luce gli evidenti limiti qualitativi della frequentazione tipica della palestra attraverso la fruizione delle schede (che non sono programmi di allenamento!) e/o dei corsi collettivi.
In questo articolo analizzeremo questo problema di spazio e in particolare indicheremo le soluzioni che permettono di svincolarsi senza difficoltà da questo fattore, senza compromettere l’efficacia del proprio percorso di esercizio fisico.
In un precedente articolo (Come risolvere il problema della mancanza di tempo) abbiamo già analizzato un’altra tipica obiezione che le persone fanno (a sé stesse e agli altri) quando giustificano la scarsa attenzione verso il proprio stato di forma fisica, ovvero la mancanza di tempo:
“…non ho tempo…”
Risolvere il problema del tempo e dello spazio sono da sempre una delle condizioni favorevoli di Allenamento Sequenziale e proprio per questo motivo è particolarmente apprezzato dagli High Performer.
Ma chi sono gli High Performer? Letteralmente si traduce in “persone ad alte prestazioni” ovvero in grado di raggiungere livelli di benessere, di efficienza e di successo a lungo termine sempre maggiori.
Nella pratica sono persone in grado di dare il meglio in ogni occasione, con elevata capacità di prendere decisioni, di affrontare i problemi e (cosa molto importante) sono sempre pronti a prendersi le proprie responsabilità senza mai attribuire agli altri o alla sfortuna la colpa di un fallimento.
In genere, nella vita, gli High Performer sono tutte quelle persone che si caratterizzano per il fatto che hanno una grande dedizione al lavoro, un’agenda sempre piena di impegni e una motivazione che va ben oltre la retribuzione in denaro, ma che si spinge nella ricerca di una soluzione in grado di rendere la propria vita e/o quella degli altri migliore e/o il mondo stesso un posto migliore. Spesso si tratta di imprenditori o liberi professionisti, ma non ci sono preclusioni per nessuna categoria.
Per approfondire il tema degli High Performer:
La società frenetica nella quale viviamo obbliga sempre più persone a doversi districare tra orari e/o spostamenti nell’arco della giornata e questo crea una profonda spaccatura (molto più evidente rispetto al passato) tra chi cerca e trova soluzioni e chi invece si abbandona al proprio destino individuando nel “mondo crudele” il colpevole. Proprio per questo motivo capisco perfettamente il motivo di questa obiezione.
L’obiettivo di questo articolo è quello di aiutare a comprendere quali sono i reali punti di attenzione che permettono di mantenere al massimo lo standard qualitativo del proprio percorso di esercizio fisico, anche a prescindere dalla palestra o dal luogo (SPAZIO) in cui viene svolto l’allenamento stesso.
Ecco nel dettaglio quali sono i punti chiave che analizzeremo nel corso di questo articolo:
- Il fattore spazio, come capire se lo spazio è un problema reale e quando invece è un falso problema
- Ottimizzare lo spazio, l’importanza e la differenza tra fare allenamento e fare l’allenamento “giusto” per me
- Il principale errore da evitare, organizzare lo spazio “giusto” comprendendo l’importanza e la differenza tra le diverse tipologie di esercizio e i metodi per svolgerli
- La soluzione definitiva del fattore SPAZIO, come si diventa un High Performer (persona ad alta prestazione) ottimizzando lo spazio
1. IL FATTORE SPAZIO
Problema reale o falso problema?
Abbiamo già accennato all’inizio di questo articolo il fatto che spesso il problema dello spazio, inteso come l’impossibilità di recarsi con regolarità in palestra (oppure il fatto di doverla cambiare continuamente) oppure il fatto di non avere uno spazio adeguato in casa da poter dedicare all’allenamento, viene indicata come obiezione che giustifica il fatto di non prendersi cura di sé stessi e del proprio corpo.
In realtà non è il problema di tutte le persone. Se sei tra coloro che gli piace e/o può usufruire di una palestra (e sempre della stessa), allora questa problematica non ti riguarda… una scusa in meno, meglio così.
Non solo, non è nemmeno il problema reale di tutte le persone che lamentano questa cosa e ora ti spiego il perché.
Quando lo spazio è un problema reale!
Ci sono persone che hanno oggettivamente una organizzazione personale piuttosto complicata e che quindi hanno davvero la necessità di risolvere il problema dello spazio. Si tratta di quelle persone che hanno sempre l’agenda piena o che comunque svolgono una tipologia di lavoro che li porta a lavorare in posti sempre diversi e ad orari flessibili (spesso si tratta di imprenditori, liberi professionisti, agenti di commercio, ecc…).
In questi casi possiamo considerare che il fattore spazio sia effettivamente un problema reale da risolvere per riuscire a prendersi cura in modo efficace della propria condizione psico-fisica generale.
Quando lo spazio è un falso problema!
Poi però ci sono persone, tutto sommato la maggior parte, che credono in buona fede di avere il problema dello spazio, ma che in realtà non lo hanno. Prima di tutto sono le persone a cui piace e/o possono usufruire regolarmente di una palestra. In questo caso il problema è la mancanza di una programmazione del percorso di allenamento che lo renda sicuro, efficace e motivante nel tempo (problema tipico delle palestre)… ma questo è un altro discorso.
Poi ci sono invece quelle persone che non possono e/o non vogliono andare in palestra e che credono che questa sia una condizione sufficiente per impedire loro di svolgere un percorso di allenamento sicuro, efficace e motivante. Niente di più falso e sbagliato.
Il vero problema, in questo caso, è che non hanno la minima idea di come si può organizzare e svolgere un programma di allenamento. Magari perché erano abituati ad utilizzare attrezzi vari o semplicemente perché credono di dover riempire la casa di queste attrezzature. Anche in questo caso niente di più falso e sbagliato.
Il classico esempio è il seguente (quello che segue è un dialogo che si ripete spesso durante lo svolgimento del Training Check Up, il nostro primo incontro conoscitivo):
“Non ho né lo spazio né l’attrezzatura per fare allenamento in casa”
Stando così le cose significa che una persona non ha nemmeno 3-4 metri quadrati liberi in casa o in garage o in giardino. Direi una situazione piuttosto improbabile.
In questi casi il problema dello spazio non esiste (falso problema), perché sarà sufficiente capire se e cosa effettivamente serve in base al proprio obiettivo di allenamento, per potersi organizzare facilmente e senza grosse difficoltà creando un angolo ottimizzato per svolgere una routine di allenamento di tutto rispetto: sicura, efficace e motivante.
Certo, non sto dicendo che non serve nessuno sforzo e nessun impegno, anzi, ma per certo non è una condizione sufficiente per rinunciare ad una delle cose più importanti che contribuisce ad aumentare la qualità della nostra vita.
Non dimentichiamo mai che il vero problema non è mai il tempo e/o lo spazio in cui svolgere allenamento, ma il saper cosa fare e come farlo… in modo sicuro, efficace e motivante.
2. OTTIMIZZARE LO SPAZIO
L’importanza e la differenza tra fare allenamento e fare l’allenamento “giusto” per me
Come dicevamo poco sopra, il primo livello di ottimizzazione riguarda il fatto di comprendere che ognuno di noi ha caratteristiche e obiettivi diversi e questo ci rende unici nel modo di approcciare l’esercizio fisico. Già questo squalifica ogni forma di corsi (o video-corsi) che per definizione sono attività che non hanno motivo di esistere se non per scopi ludici e che per alcune persone possono anche essere pericolosi.
Va da sé che lo spazio in cui si svolge allenamento andrebbe sempre ottimizzato nel migliore possibile, sia che si decida di allenarsi in palestra o in casa o altrove. C’è una infinità di attrezzi in palestra che possono essere utili per alcune persone e inutili per altre e a prescindere da ciò, sono in realtà molto pochi gli attrezzi davvero importanti. In alcuni casi e per alcuni obiettivi non servono nemmeno.
Svolgere esercizio fisico in modo casuale, non personalizzato, non monitorato, non valutato può risultare:
- tempo sprecato
- porta inevitabilmente a perdere motivazione
- ci espone al rischio di infortuni
- non ci porta nella direzione dei risultati / soddisfazioni desiderate
- rischia di farci sprecare denaro per attrezzatura inutile
Detto ciò, un secondo livello di ottimizzazione risiede nel fatto di affidarsi ad un metodo che permetta di limitare gli errori e di imparare a rendere sempre più efficaci gli allenamenti: si tratta di due processi che dovrebbero sempre far parte di un approccio scientifico, ma che sono quasi inesistenti nel mondo dell’allenamento:
- il tempo di valutazione
- il tempo di monitoraggio
Il tempo di valutazione, è quel tempo che un professionista dovrebbe dedicare ad ogni singola persona per decidere e definire ogni minimo dettaglio che riguarda una proposta di allenamento personalizzata.
Avete presente quello che succede quando si svolgono i corsi collettivi o con piccoli gruppi (in presenza oppure online è la stessa cosa)? Ecco questo è esattamente il contrario di quello che si dovrebbe fare per ottimizzare il tempo che decidiamo di dedicare a noi stessi. E molto spesso questa mancanza del tempo di valutazione lo si nota anche nelle lezioni di personal training svolte da istruttori/personal trainer che semplicemente improvvisano, come se avessero la sfera di cristallo per conoscere le caratteristiche e le dinamiche dello stile di vita della persona con cui hanno a che fare di volta in volta.
Il tempo di monitoraggio, è quel tempo che un professionista dovrebbe dedicare ad ogni singola persona per decidere, definire ed eventualmente correggere ogni minimo dettaglio che riguarda una proposta di allenamento personalizzata.
Anche in questo caso si tratta di un processo che il più delle volte viene completamente ignorato dalle palestre, dagli istruttori e dai personal trainer. E anche in questo caso è tutto tempo perso ai danni di chi sta cercando di impegnarsi per ottenere certi risultati. Monitorare un percorso di allenamento significa dotarsi di un metodo in grado di registrare dati e informazioni che riguardano sia l’allenamento che altri parametri dello stile di vita di una persona e di utilizzarli per ottimizzare di conseguenza il percorso di allenamento.
3. IL PRINCIPALE ERRORE DA EVITARE
Organizzare lo spazio “giusto” comprendendo l’importanza e la differenza tra le diverse tipologie di esercizio e i metodi per svolgerli
Ammesso di aver superato con successo l’obiezione del fattore spazio e di aver compreso come ottimizzarlo, ora resta un errore molto diffuso che va assolutamente evitato per non rischiare di compromettere quanto di buono si sta facendo.
Succede infatti di iniziare un percorso di allenamento personalizzato e con più o meno difficoltà (dipende da soggetto a soggetto) di riuscire ad ottenere i primi risultati e le prime soddisfazioni. Poi però passano i mesi e gradualmente si tende arrivare ad un plateau, una fase di apparente stallo dove le cose sembrano non progredire più o almeno non più come all’inizio.
In realtà il raggiungimento di questo livello è di per sé un successo perché significa essersi messi alle spalle le prime difficoltà e i primi margini di miglioramento. Già il fatto di comprendere che il raggiungimento di questa condizione si tratta di un successo e non di un fallimento non è facile da digerire per tante persone. Ma a questo punto, soprattutto se manca un piano di azione ben definito, l’errore che commettono quasi tutte le persone è quello di iniziare ad andare per tentativi (a caso) senza nessun criterio e nessuna logica. E questo è il modo migliore per buttare all’aria quanto di buono fatto prima.
È invece indispensabile comprendere che bisogna concedersi il tempo necessario di apprendimento e di adattamento.
Il tempo di apprendimento, è quel tempo necessario per imparare alcune tecniche e metodologie di esercizio (e anche di gestione del proprio stile di vita) che in nessun modo possono essere bypassate. È un tempo necessario.
Piuttosto il problema è quello di dotarsi di un sistema che sia in grado di fornire ad una persona questo apprendimento. E per farlo sono necessarie prima di tutto le competenze di personale qualificato da un punto di vista tecnico, ma anche disposto ad ascoltare le esigenze di ogni singola persona. Poi servono anche gli strumenti per poter sfruttare appieno questo processo di apprendimento. Anche in questo caso mi affido ad un esempio: avete presente le palestre e i personal trainer che svolgono corsi collettivi e/o a piccoli gruppi (in presenza oppure online)? Ancora una volta questi sono classici esempi di come NON si dovrebbe fare o almeno sono esempi di totale assenza di un sistema di apprendimento in grado di aiutare le persone a migliorarsi.
Un sistema di apprendimento dovrebbe garantire almeno due cose principali:
- Una assistenza puntuale e personalizzata
- Una piattaforma didattica dove poter imparare le tecniche, le metodologie, dove poter correggere gli errori e dove poter imparare ad ottimizzare il proprio stile di vita
Il sistema di apprendimento è uno dei 4 pilastri di Allenamento Sequenziale
(Approfondisci leggendo La didattica l’arma segreta per un allenamento efficace)
Il tempo di adattamento, è quel tempo necessario da concedere a sé stessi (e al proprio corpo) per assorbire gli stimoli di allenamento proposti, per innescare le reazioni fisiologiche, ormonali e metaboliche che servono per cambiare il proprio corpo, le proprie prestazioni e i propri risultati.
Anche in questo caso si tratta di un processo che dovrebbe essere strutturato, misurato e monitorato da personale competente e che dovrebbe essere cucito attorno ad ogni singola persona. Non è possibile pretendere che una proposta di allenamento uguale per tutti (come accade nelle video lezioni o nei corsi in genere) possa determinare risultati adeguati per tutti. Sarebbe fuori da ogni logica.
Il principio di adattamento è un altro fattore dominante del metodo di Allenamento Sequenziale. Nel seguente articolo abbiamo approfondito l’argomento: Il principio di adattamento senza di questo non raggiungerai mai nessun risultato
4. LA SOLUZIONDE DEFINITIVA DEL FATTORE SPAZIO
Risolvere il problema dello spazio per tendere a diventare un High Performer
La soluzione definitiva del fattore spazio deriva, in estrema sintesi, dall’applicazione di tutte le indicazioni descritte al punto 1, 2 e 3 di questo articolo. Si tratta di uno dei due principali problemi che risolve il metodo di Allenamento Sequenziale e proprio per questo motivo è molto spesso richiesto da imprenditori, liberi professionisti o comunque da persone sensibili a questa specifica esigenza.
Nel caso la soluzione personale consista nella fruizione di una palestra, rimane valido il principio secondo il quale ciò che fa la differenza tra un percorso di allenamento di successo o una perdita di tempo, risiede nella programmazione, nel monitoraggio, nelle fasi di valutazione e nella scelta delle metodologie di esercizi più adeguate al proprio caso specifico.
Nel caso invece la soluzione personale consista nell’allenarsi a casa (per scelta o per necessità), sarà ancora più importante la selezione di un percorso ben calibrato sulle esigenze personali e costantemente aggiornato, monitorato e valutato. L’attrezzatura, in ordine di importanza, che può essere utile (ma non necessariamente in tutti i casi) è la seguente:
- tappetino per esercizi a terra
- manubri regolabili
- panca regolabile
- bilanciere (ed eventuale supporto)
- elastici
Stiamo quindi parlando di una attrezzatura a basso costo e che può tranquillamente essere organizzata in uno spazio minimo.
Nota: nei periodi di “lockdown” (causa epidemia) tutti i programmi di allenamento sono stati adattati alla versione Home FitPlan e in questo modo è stato possibile evitare di interromperli.
Queste sono in genere le motivazioni principali che spingono le persone ad iniziare un percorso di Allenamento Sequenziale:
- la sensazione impagabile di sapere di fare sempre la cosa giusta, al momento giusto ottimizzando il tempo che si decide di dedicare a sé stessi;
- la consapevolezza di imparare a gestire sempre meglio l’efficacia dei propri allenamenti, ma anche i vari parametri dello stile di vita;
- il piacere di godere dei vantaggi funzionali ed estetici che si ripercuotono anche sul lavoro e sulle faccende della vita quotidiana;
- la sensazione di avere sempre una forte motivazione indotta da un metodo stimolante e che spinge verso un costante miglioramento personale;
- ambire ad un livello sempre migliore di High Performer!
Tutte queste sono le principali motivazioni che spiegano perché ci sono persone che seguono per tanti anni consecutivamente il proprio percorso di Allenamento Sequenziale. Il livello di miglioramento personale è un processo che potenzialmente non ha mai fine.
Buon allenamento!