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75% vs 25%
Recenti ricerche che arrivano dall’università di Yale ci dicono che la nostra genetica (il DNA) incide per il 25% circa sull’espressione genica, mentre il rimanente 75% dipende dal nostro stile di vita e quindi dai nostri comportamenti. Ciò significa che siamo (quasi) totalmente responsabili di ciò che siamo, della funzione e dell’estetica del nostro corpo e quindi anche dei risultati che otteniamo dal nostro percorso di allenamento.
C’è una disciplina scientifica relativamente nuova che si chiama Epigenetica, che in estrema sintesi e semplificando si occupa dello studio di come il nostro potenziale genetico può essere influenzato e modificato dal nostro stile di vita (quindi da una serie di fattori ambientali tra cui l’esercizio fisico). Questo significa che il tuo stile di vita, tra cui l’esercizio fisico che fai, determinano chi sei e come sei, sia da un punto di vista funzionale che estetico. Si, è davvero finito il tempo della classica scusa: “…è colpa della mia genetica”.
In realtà non è mai iniziato, ma tante persone si sono arroccate, tutto sommato comprensibilmente, dietro a questo luogo comune che tuttavia non ha davvero motivo di esistere. La scienza ci dice in modo inequivocabile che la credenza secondo la quale la nostra composizione genetica sia immutabile fin dalla nascita è falsa. O meglio ci dice che l’espressione del nostro potenziale genetico è di nostra responsabilità in quanto dipendente dalle nostre abitudini quotidiane.
Vuoi che te lo dica in modo ancora più brutto? Ciò che sei oggi è il risultato del tuo stile di vita e quindi dei tuoi comportamenti.
Vuoi la buona notizia? Sei in tempo per cambiare le tue abitudini (e quindi l’espressione del tuo potenziale genetico), migliorando così la qualità della tua vita di oggi e di domani.
Il primo passaggio da comprendere è questo: fai movimento o fai allenamento?
Fare movimento significa alzarsi al mattino, fare una camminata quando c’è bel tempo e poco altro. Fare allenamento, invece, implica fare un progetto di cambiamento del proprio corpo che richiede un metodo scientifico, richiede programmazione, monitoraggio e valutazione periodica dei risultati e un pizzico di buona volontà in più (se sei tra quelli che dicono “c’è troppo caldo per allenarsi” abbiamo un problema).
Il secondo passaggio: puoi decidere in quale percentuale esprimere il tuo potenziale.
Non ci sono scuse. Dando per scontato che tu abbia deciso di superare il primo passaggio (obbligatorio) e quindi di far parte della nicchia di supereroi che fa allenamento, torniamo ora a parlare di epigenetica: questo ci serve per comprendere alcuni elementi essenziali di come deve essere impostato un programma di allenamento. Ogni volta che ci alleniamo (che è diverso dal semplice “fare movimento”), diamo uno stimolo al nostro sistema muscolare che viene quindi spinto ad adattarsi ad un livello superiore. È come se il muscolo si volesse preparare meglio nel caso si dovesse riproporre in futuro un nuovo stimolo di quel tipo. Questa si chiama epigenetica muscolare. È quindi dimostrato che uno stimolo ben calibrato e organizzato sia in gradi di modificare l’attivazione dei nostri geni. Da qui deriva l’espressione del nostro potenziale genetico. Su base 100 (dove 100 rappresenta il massimo), in quale % stai esprimendo il tuo potenziale? O meglio, quanto lo stai limitando per colpa delle tue abitudini scorrette (di esercizio fisico, alimentazione, riposo, ecc…)?
Ti faccio un esempio:
un recente studio ha dimostrato che in soggetti obesi, l’eccesso di lipidi determina un cambiamento epigenetico delle cellule muscolari (metilazione del DNA), con relativa soppressione del gene PPARd, ovvero una modifica genica in negativo che riguarda il metabolismo dei lipidi. Sei sei sovrappeso/obeso stai limitando l’espressione del tuo potenziale genetico.
Queste ed altre modifiche epigenetiche indotte dai nostri comportamenti e dal nostro allenamento vengono mantenute per tutta la durata della nostra vita e possono influire direttamente a livello di antiaging, limitando il calo di massa muscolare con l’invecchiamento.
Non solo. Gli stimoli indotti dall’esercizio fisico possono causare queste modificazioni epigenetiche nel muscolo, trasmettendoli anche alla prole. Uno specifico tipo di cellule, chiamato satellite, possono infatti proliferare e autorigenerarsi e trasmettere queste modifiche alle figlie.
Fonti: Fujimaki et al. 2014; Sharples et al., 2015
Il terzo passaggio: puoi prevenire e trattare diverse patologie con il corretto esercizio fisico
Partiamo da un dato: la sedentarietà è uno dei 10 principali fattori di rischio per tutte le patologie ed è responsabile del 9% di tutti decessi. D’altronde è noto da tempo l’effetto positivo dell’esercizio fisico nella prevenzione e trattamento di diverse patologie tra cui quelle di origine cardiovascolare, la sindrome metabolica (ad esempio il diabete), problemi neurologici e anche i tumori. Questi benefici indotti dall’esercizio fisico sono determinati anche da cambiamenti epigenetici a carico del DNA.
Ad esempio l’esercizio fisico modifica lo stato di metilazione della proteina ASC, che ha un effetto anti-infiammatorio e questo, in ultima analisi, contribuisce nell’abbassare il livello di infiammazione generale e prevenendo l’insorgenza di malattie legate ad una infiammazione cronica di basso grado.
Fonti: Laker RC, et al. Sci Rep. 2017 Nov 9;7(1):15134; Grazioli E, at al. BMC Genomics. 2017 Nov 14;18 (Suppl 8):802. Review
Per oggi è tutto. Se vuoi iniziare a sistemare tutte le tue abitudini che oggi stanno bloccando l’espressione del tuo potenziale genetico e quindi i risultati dei tuoi allenamenti, allora Allenamento Sequenziale può aiutarti.
Il primo passo per indagare il tuo caso specifico è seguire il tuo link
Buon allenamento!
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