Nel nostro corpo sono presenti due forme di grasso: BIANCO e BRUNO.
E’ arrivato il momento: abbandona i luoghi comuni e dimagrisci con il grasso (bruno).
Il grasso bruno è un tipo di tessuto adiposo specializzato che ha la capacità di bruciare calorie per produrre calore, in un processo noto come termogenesi. Nell’uomo è presente negli adulti in quantità variabile principalmente nel collo e nella regione sopra clavicolare.
A differenza del grasso bianco, che ha principalmente una funzione di immagazzinamento di energia, il grasso bruno è considerato metabolismo-attivo e può essere utilizzato per regolare il bilancio energetico e la temperatura corporea.
Potremmo quindi riassumere dicendo che il grasso bruno brucia le calorie. Maggiore è la quantità, più calorie si bruciano e di conseguenza la capacità di dimagrire producendo grasso bruno extra e migliorando la capacità di attivarlo rappresenta un modo straordinario per bruciare i grassi del nostro corpo.
Inoltre, il grasso bruno sembra essere correlato con una migliore sensibilità all’insulina e un miglior controllo della glicemia, potenzialmente riducendo il rischio di diabete di tipo 2. Inoltre, alcuni studi hanno suggerito che il grasso bruno potrebbe avere effetti positivi sulla salute cardiovascolare, sulla densità minerale ossea e sulla funzione immunitaria.
Fino a qui è tutto molto bello e l’unica domanda che viene da porsi è questa:
cosa stiamo aspettando ancora per attivarlo?
La risposta a questa domanda ci pone, come spesso accade, di fronte ad un bivio:
- Prendo la scorciatoia (che non funziona)
- Prendo la strada della natura (che funziona)
La scorciatoia (che non funziona)
Una volta scoperte le straordinarie potenzialità del grasso bruno relative al dimagrimento, sono stati fatti e pubblicati diversi studi scientifici. Molti di questi hanno evidenziato (giustamente) anche delle reazioni del nostro corpo che hanno portato la mente umana a sviluppare delle strategie stravaganti utili soprattutto a far spendere denaro alle persone che cercano risultati facili e veloci, cioè quelli che in realtà non si ottengono quasi mai.
Ecco alcuni esempi:
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il grasso bruno può essere attivato dal freddo
Se esponiamo il nostro corpo al freddo, il grasso bruno aumenta la produzione di calore favorendo l’eliminazione del grasso bianco (quello antiestetico che accumuliamo a causa delle nostre cattive abitudini).
Questo è un dato di fatto. Ma il problema è che da qui si sono diffuse e si stanno tuttora diffondendo le “macchine del freddo”. Stiamo parlando della “crioterapia”, in cui si è chiusi fino al collo in un contenitore a meno 300 gradi Fahrenheit, con la promessa di favorire la perdita di peso, il recupero, il miglioramento dell’umore e alleviare il dolore muscolare.
Il problema è che ad oggi non ci sono prove scientifiche che dimostrino che la crioterapia aumenta il tessuto adiposo bruno, la termogenesi e la perdita di peso.
Sono noti alcuni decessi in seguito all’uso della crioterapia. La FDA ha dichiarato: “Dato un crescente interesse da parte dei consumatori per la crioterapia, la FDA ha esaminato in modo informale la letteratura medica disponibile su questo argomento” – “Abbiamo trovato pochissime prove sulla sua sicurezza o efficacia nel trattare le condizioni per le quali è stato promosso”. L’esposizione a freddo non è un approccio pratico e per molte persone potrebbe non essere né piacevole né sicura.
Inoltre l’esposizione al freddo può indurre l’attività simpatica del sistema nervoso, causare vasocostrizione, aumentare la pressione sanguigna in soggetti sensibili e non è raccomandata per chi soffre di malattie cardiovascolari o ipertensione.
Tuttavia, quello che c’è di vero riguardo la relazione tra l’attivazione del grasso bruno e il freddo non si discute. Il problema piuttosto risiede nel fatto che le nostre abitudini di vita hanno snaturato già da diversi decenni (e lo stanno facendo sempre di più) la nostra esposizione naturale alle variazioni climatiche. Siamo perennemente coperti dalla testa ai piedi, chiusi all’interno di edifici riscaldati e sempre “protetti” dalle intemperie, dimenticandoci che non c’è nulla di sano e naturale in questo tipo di comportamenti.
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il grasso bruno può essere attivato l’assunzione di cibo
Anche in questo caso la ricerca non si sbaglia. È infatti ben noto l’effetto termogenico indotto dall’assunzione del cibo e si riferisce alla capacità del nostro corpo di produrre calore durante la digestione e l’assorbimento dei nutrienti. Quando mangiamo, il nostro corpo deve lavorare per digerire il cibo e convertire i nutrienti in energia. Questo processo richiede una certa quantità di energia, che viene prodotta sotto forma di calore.
L’effetto termogenico dei nutrienti può variare a seconda del tipo di alimento consumato. Ad esempio, i carboidrati hanno un effetto termogenico più basso rispetto alle proteine e ai grassi. Ciò significa che il nostro corpo brucia più calorie per digerire le proteine e i grassi rispetto ai carboidrati.
In generale, questo effetto contribuisce al nostro metabolismo basale, ovvero al numero di calorie che il nostro corpo brucia a riposo per mantenere le funzioni vitali. Tuttavia, è importante notare che l’effetto termogenico dei nutrienti rappresenta solo una piccola parte del nostro dispendio energetico totale.
Anche in questo caso, sfruttando questa “verità”, sono state organizzate dalla diabolica mente umane delle diete stravaganti finalizzate al dimagrimento. Nella realtà e soprattutto da un punto di vista pratico non c’è nulla di più e nulla di meno da sapere rispetto alle poche righe indicate sopra. Ecco già pronta e finita la dieta che funziona per sempre.
La strada della natura (che funziona)
Questa è la strada meno battuta, come spesso accade, perché è quella che implica un certo impegno e attenzione. Ma d’altronde è quella che funziona. Sempre e comunque.
Un corretto stile alimentare e l’esercizio fisico sono la “strada della natura”, ovvero le abitudini che hanno caratterizzato l’evoluzione dell’uomo e che permettono di sfruttare tutto il potenziale di cui il nostro corpo è già dotato fin dal principio.
D’altronde già l’esposizione al freddo (inteso come l’esposizione del nostro corpo alle naturali variazioni climatiche, senza evitarle come se fossero il male assoluto) e l’assunzione corretta dei nutrienti (partendo dalle proteine e dai grassi come visto sopra) rappresentano il modo più naturale per far funzionare correttamente il nostro corpo, sfruttando il dimagrimento inevitabile che uno stile di vita più naturale comporta.
Arriviamo quindi a chiudere il cerchio con l’esercizio fisico.
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il grasso bruno può essere attivato dell’esercizio fisico corretto
A tal proposito l’esigenza di svolgere sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo l’esercizio fisico deriva, anche in questo caso, dalla “strada della natura”. Non è infatti in dubbio il fatto che siamo costantemente portati ad essere sempre più sedentari, anche e soprattutto a causa delle agevolazioni che la tecnologia contribuisce a fornirci ogni giorno di più. Abbiamo abbondantemente approfondito questo argomento all’interno di questo articolo:
https://allenamentosequenziale.com/la-sedentarieta-la-sindrome-e-il-dimagrimento/
Ecco che allora dotarci di una organizzazione di esercizio fisico corretta, efficace e sicura (quindi adeguata per la nostra condizione attuale), diventa necessaria se vogliamo sfruttare l’effetto del dimagrimento indotto dal grasso bruno che può essere attivato soprattutto da uno stimolo di allenamento.
Per approfondire questo tema riguardo la correlazione tra esercizio fisico e grasso bruno (dimagrimento), partiamo come sempre dalle evidenze scientifiche:
- l’esercizio fisico regolare favorisce la trasformazione del tessuto adiposo bianco in tessuto adiposo bruno
- l’esercizio fisico favorisce l’aumento dei livelli di irisina nel sangue (un ormone che a sua volta favorisce la quantità di grasso bruno presente nel corpo)
- l’allenamento ad alta intensità (ad esempio HIIT) e l’allenamento di forza con pesi favoriscono la produzione di irisina
L’insegnamento dell’IRISINA
L’irisina è una molecola segnale di “recente” scoperta, prodotta dai muscoli del nostro corpo, che ci ricorda per l’ennesima volta che siamo fatti per muoverci e che senza movimento siamo destinati ad ammalarci.
Semplificando al massimo, questa molecola ha principalmente la funzione di favorire il consumo di energia e quindi il dimagrimento.
In particolare l’irisina:
- aumenta la produzione di proteine UCP (favorendo il consumo di energia)
- aumenta la sensibilità dell’ormone tiroideo (favorendo il consumo di energia)
- stimola la trasformazione del grasso bianco in bruno (favorendo il consumo di energia)
- migliora la sensibilità all’insulina (favorendo il dimagrimento)
Fino a qui è tutto molto bello. Ma anche qui la mente umana si è lasciata prendere dalla ricerca della scorciatoia, andando però a sbattere violentemente.
Infatti, alcuni scienziati in passato hanno ben pensato di produrla e confezionarla in una pillola, sperando che bastasse mandarla giù per risolvere tutto.
Tuttavia si sono scontrati con grosso problema:
il fatto è che questo ormone viene prodotto dal muscolo sotto sforzo (e per qualche motivo che non sarò certo io in grado di spiegare, la sua attività si esplicita solo in questa condizione).
Ma questa è la realtà. L’insegnamento dell’irisina dovrebbe essere da esempio su come le scorciatoie spesso non funzionino e talvolta possano addirittura fare danni.
Il grasso bruno, il dimagrimento e la salute
Abbiamo già visto come il grasso bruno sia un tipo di tessuto adiposo specializzato che ha la capacità di bruciare calorie favorendo, in ultima analisi, il dimagrimento.
Inoltre, il grasso bruno è correlato con una migliore sensibilità all’insulina e un miglior controllo della glicemia, potenzialmente riducendo il rischio di diabete di tipo 2. Inoltre, alcuni studi hanno suggerito che il grasso bruno potrebbe avere effetti positivi sulla salute cardiovascolare, sulla densità minerale ossea e sulla funzione immunitaria.
Un articolo pubblicato nel 2020 sulla rivista Nature Medicine ha suggerito che il grasso bruno potrebbe aiutare a prevenire il diabete di tipo 2 e altre malattie metaboliche. Gli autori dello studio hanno osservato che i pazienti con grasso bruno attivo avevano una maggiore sensibilità all’insulina e un migliore controllo della glicemia rispetto a quelli senza grasso bruno attivo.
In questo studio, il più ampio del suo genere sull’uomo, ha confermato i benefici per la salute del grasso bruno. Paul Cohen, ricercatore della Rockefeller University, ha affermato quanto segue:
“Per la prima volta, è stato trovato un collegamento a ridurre il rischio di determinate condizioni”
“Questi risultati ci rendono più fiduciosi sul potenziale terapeutico del grasso marrone”
Analizzando le scansioni di 52 mila pazienti, i ricercatori hanno scoperto che diverse malattie comuni e croniche erano meno prevalenti tra le persone in cui il grasso bruno era rilevabile. Ad esempio, solo il 4,6% aveva il diabete di tipo 2, rispetto al 9,5% di persone che non avevano grasso bruno rilevabile. Allo stesso modo, il 18,9% aveva un colesterolo anormale, rispetto al 22,2% in quelli senza grasso bruno. Inoltre, lo studio ha rivelato che la presenza di grasso bruno comporta un rischio inferiore di ipertensione, insufficienza cardiaca e malattia delle arterie coronariche. Un altro risultato sorprendente è che la sua presenza può mitigare gli effetti negativi della salute dell’obesità: le persone in sovrappeso, nelle quali era presente il grasso bruno, soffrivano meno di malattie metaboliche, quasi che questo tessuto adiposo le proteggesse dagli effetti dell’accumulo di grasso bianco.
Per approfondire: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28707455/
Un altro studio pubblicato nel 2021 sulla rivista Nature Communications ha scoperto che l’attività del grasso bruno potrebbe essere influenzata dal microbioma intestinale. Gli autori dello studio hanno osservato che i topi con un microbioma intestinale sano avevano una maggiore attività del grasso bruno e una migliore tolleranza al glucosio rispetto ai topi con un microbioma disfunzionale.
Per approfondire: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6052131/
Un terzo studio pubblicato nel 2021 sulla rivista Cell Metabolism ha scoperto che l’attività del grasso bruno è influenzata dalla dieta e dall’attività fisica. Gli autori dello studio hanno osservato che i partecipanti che seguivano una dieta ricca di grassi e svolgevano poco esercizio fisico avevano una minore attività del grasso bruno rispetto a quelli che seguivano una dieta sana e facevano regolarmente attività fisica.
Per approfondire: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8942313/
Buon allenamento!