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Il tempo di recupero può davvero fare la differenza tra un programma di allenamento efficace o fallimentare (tra un allenamento professionale e uno casuale). Ci sono tanti fattori tecnici che determinano l’efficacia di un programma di allenamento. Tra i principali possiamo fare questo breve elenco:
- volume/quantità di allenamento
- frequenza settimanale di allenamento
- carico utilizzato
- scelta degli esercizi
- ordine degli esercizi
- tempo di tensione muscolare
- durata dei tempi di recupero
- e tanti altri…
Prima di ogni altra considerazione, ce né uno tra questi da cui dipende il tipo di messaggio che mandiamo al nostro corpo quando ci alleniamo. Da esso dipende sostanzialmente il tipo di metabolismo energetico che andiamo ad attivare e di conseguenza il risultato finale che possiamo ottenere.
Sto parlano del tempo di recupero!
In particolare ciò che è determinante è la durata di queste pause tra i vari stimoli di allenamento.
Immaginate ad esempio di dover fare 20 scatti massimali di 20 metri ciascuno.
Programma A:
3 minuti di recupero tra uno scatto e il
successivo.
Programma B:
20 secondi di recupero tra uno scatto e il
successivo.
Come potete notare il tipo di esercizio richiesto è esattamente lo stesso. Ciò che cambia è “solo” il tempo di recupero.
Nel programma A stiamo lavorando in condizioni di recupero completo (fino al 95% di ATP viene rigenerato in questo intervallo) e quindi avremo l’attivazione prevalente del metabolismo anaerobico alattacido e un risultato che punta al miglioramento della potenza/velocità.
Nel programma B, invece, ci troviamo ad esercitarci in condizioni di recupero incompleto e quindi l’attivazione prevalente del metabolismo anaerobico lattacido (con enormi produzioni di acido lattico). In questo caso ci stiamo esercitando nel tentativo di limitare la cosiddetta % di decremento della prestazione.
Un altro esempio riguarda in particolare il sesso femminile che non si sa bene per quale motivo è attirato dagli allenamenti a circuito. In questo caso si lavora con recuperi molto ridotti (vedi programma B ). Di per sè non è un problema (e per alcune persone può anche essere indicato), ma il problema sorge quando si passano mesi e mesi (o addirittura anni) ad allenarsi sempre con questa metodologia.
Questi sono solo semplici esempi. Ma talvolta la scelta del tempo di recupero è ben più complessa.
- Tu sai come fare questa scelta?
- Sai per quante settimane ti puoi alleare in certe condizioni, prima di dover cambiare il tuo programma di allenamento?
Un suggerimento: stai alla larga da quelle “schede” che indicano tempi di recupero tra 30” e 180” o cose simili… o addirittura dove ti dicono “recupera quanto ne sentì il bisogno” ?? Stiamo scherzando?
Vabbè, il messaggio dovrebbe essere abbastanza chiaro. Se vuoi mettere a punto un programma di allenamento su misura per te e perfezionarne i dettagli in grado di orientare il risultato finale, allora hai bisogno di Allenamento Sequenziale.
Buon allenamento!